Sezione di Cremona
ANEDDOTI ovvero RACCONTI DI VITA DA UFFICIALE
Dal 1° Cap. cav. Albertoni Attilio Merano 16 luglio 1973 - Il mio primo giorno in Savoia Cavalleria 3°. Il 2 luglio 1973 partenza da Caserta in licenza di Attesa Nomina meglio detta "licenza ordinaria" e le prime congetture. A diversi di noi non avevano preannunciato in che reparti saremmo stati destinati e si sperava di non essere assegnati a dei Reggimenti "puniti" ( chissà perché c'era questo timore/diceria). Dopo qualche giorno di riposo a casa arriva la "temuta" lettera di Nomina a S.Tenente presso il Reggimento Savoia Cavalleria 3° a Merano. Pensiero fulmineo: "ecco proprio lì dovevano mandarmi, in mezzo ai crucchi e in un Reggimento punito chissà che culo mi faranno !!!! ". Preparo armi (sciabola) e bagagli, orari dei treni e il 16 luglio alle 7,20 si da parte Cremona per Merano. Il viaggio è una rottura di coglioni: cambio a Brescia, cambio a Verona e udite udite carrozza del convoglio destinata a Merano. Fermata a Bolzano in attesa di ripartenza per Merano e sulla carrozza salgono i classici "crucchi" di cui uno si siede proprio di fronte a me. Saluta in tedesco pensando che io fossi dei suoi (ero vestito in borghese). Gli rispondo " buon giorno" e che non parlo tedesco. In un italiano tedeschizzato mi fa capire che gli dispiace. Sorrido e proseguo a leggere il giornale che avevo con me. Dopo poco minuti sento una leggera pressione contro le mie ginocchia, sposto le gambe ma la pressione si fa più chiara il che mi sorge un picolo dubbio : vuoi vedere che !!!. Faccio una mossa che sembri naturale e cioè accavallo una gamba e nel movimento do' un calcio negli stinchi al dirimpettaio e poi lo guardo fisso negli occhi. Dopo venti secondi il tizio si alza e cambia posto. "Cominciamo bene" mi dico. Arrivo a Merano e come tutti ci si guarda intorno per capire dove e come andare alla caserma. Vedo dei militari in attesa davanti all'uscita della stazione ma hanno una penna nera sul cappello e penso che non sia il caso di chiedere informazioni a loro, poi vedo un Sergente con un basco nero che sta attraversando la sala d'ingresso della stazione. Lo blocco e gli chiedo informazioni per poter arrivare in caserma. Lui mi squadra (ero in borghese) e mi dice che è meglio che io prenda un taxi perché il posto è un po' lontano. Lo ringrazio e mi accaparro il taxi per il tragitto. Arrivo alla caserma, scarico il bagaglio ed entro dall'ingresso principale. La sentinella in garitta mi guarda stupita, io tiro dritto senza esitazione ed entro. Ad accogliermi sui gradini dell'entrata, seduto su una seggiola, l'Ufficiale di Picchetto che, per farsi notare, giocherellava con una pistola fuori ordinanza. Era una Colt 44 Magnum con relativa fondina tipo cow-boy. La giornata stava proseguendo proprio bene (l'Ufficiale di Picchetto era un Tenente di Accademia che, poi scoprii, era anche il Vice Capo Calotta). Questi mi accompagna nell'ufficio e mi chiede il foglio di Prima Nomina e nel frattempo sguinzaglia una guardia che va a cercare altri Tenenti e S.Tenenti. Ero diventato la news del giorno. Perché ???? Perche mi ero presentato in caserma in jeans e maglietta attillata a maniche corte. Arriva un collega S.Ten del 68° AUC il quale, vista la situazione e le mie condizioni, decide di prendermi in consegna e di istruirmi sul caso pietoso in cui mi ero ficcato. Mi fa riprendere i bagagli, mi carica sulla sua automobile e mi porta alla pensione dove avrei alloggiato fino alla fine del periodo militare. Lungo il tragitto si ferma in un negozietto di articoli militari e mi fa acquistare un nuovo basco, un pò' più largo di quello che avevo in dotazione a Caserta, con le insegne del Savoia, le fiamme nere e lo stemma del reggimento da mettere sulla divisa. Arrivato alla pensione designata, dal nome che era tutto un programma "TROJER", mi ritrovo con alcuni compagni di corso e cioè: Giovacchini, Sanna, Trovatelli, Costantino e Novati. Loro erano arrivati addirittura il giorno prima e mi presentano alla "tenutaria" proprietaria della pensione. Salgo alla stanza assegnata e mi vesto di tutto punto e poi si riparte per la caserma. Siamo all'ora di pranzo e il collega anziano ci istruisce di come ci si deve comportare quando si entra nel Circolo Ufficiali, come ci si presenta agli altri Ufficiali e altre piccole cose. Entriamo nella sala da pranzo e . sorpresa sorpresa i tavoli da quattro erano già tutti occupati da due colleghi Ufficiali più anziani di noi. Memori delle istruzioni appena ricevute cominciamo a presentarci e a chiedere il permesso di poter fare loro compagnia durante il pranzo offrendo chiaramente una bottiglia di vino per degustare il cibo. Non so gli altri ma in quella situazione io mi sentivo un pesce fuor d'acqua. A me poi era stato riservato un tavolo in un angolo della sala, vicino al tavolo riservato al Colonnello Comandante del Savoia, dove non c'era nessuno e mi fu detto di aspettare fiducioso il mio commensale. Quasi a metà pranzo arriva l'Ufficiale di Picchetto il quale, scusandosi con gli Ufficiali presenti, spiega il motivo del suo ritardo dicendo : "non mi sono ancora ripreso dallo sconforto per aver accolto un " ALLIEVO SOTTOTENENTE" che si è permesso di arrivare al reparto in borghese adducendo come scusa che non aveva le "mostrine del Reggimento". Al che tutti gli altri Ufficiali in coro urlano "prosit". Tutto ciò mi è costato 10 bottiglie di vino (in pratica metà dello stipendio del primo mese non ancora percepito). Poi proseguirono i festeggiamenti al bar del Circolo Ufficiali e finalmente si cominciò a fare conoscenza con gli Ufficiali anziani e da lì la mia bella avventura in Savoia Cavalleria 3°.
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Dal 1°Cap.vet.(a.mont)(ca) dr.Walter Passerini IL PARTO DELLA MULA NONNA Chi
come me ha fatto la naja alpina prima del 1991,i muli li conosce
bene. Con loro ha condiviso quel periodo con una più o
meno intensa vicinanza secondo l'incarico ricoperto e anche secondo
la specialità di appartenenza: ai Battaglioni Alpini piuttosto
che ai Gruppi di Artiglieria da montagna. Soprattutto in quest'ultima
specialità infatti, i muli ricoprivano una notevole importanza
legata alla loro indispensabilità per la movimentazione
dell'obice da 105/14, focalizzando su di sé gran parte
delle attenzioni e delle risorse del Gruppo someggiato.Per chi
non ha avuto il piacere di conoscerli o per chi non se lo ricorda
dirò solo,per capire meglio quanto racconterò più
avanti, che il mulo deriva dall'incrocio tra la cavalla fattrice
e l'asino stallone e che soprattutto è sterile.
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